L’adolescenza: quanto è difficile essere figli, ma anche genitori!

L’adolescenza è un periodo di grandi trasformazioni per i ragazzi. Solitamente non si tiene abbastanza conto del fatto che l’adolescenza dei figli esige grandi trasformazioni anche del Sé dei genitori. E questo rappresenta il principale motivo per cui è anche difficile portare avanti la propria genitorialità serenamente.
L’adolescenza è un processo attraverso il quale i figli vanno maturando la propria identità di giovani adulti, sessuati ed emancipati. È la fase dell’individuazione, che permette loro di uscire dal mondo infantile dove i genitori erano l’unico modello possibile e principale. Individualizzarsi, per gli adolescenti, significa anche abbandonare l’idealizzazione dei propri genitori, per vederli per come sono, con i loro limiti e con le loro risorse. In questo processo ruvido e discontinuo, per gli adolescenti sarà molto facile cogliere e sottolineare ogni singola mancanza, contraddizione, errore o difetto dei propri genitori.

Quanto più i genitori erano stati precedentemente idealizzati, tanto più grande sarà per gli adolescenti il dolore di accorgersi che essi non sono affatto ideali. Non si tratta mai di processi lineari, semplici e fluidi: procediamo sempre per crisi, per tentativi, per slanci in avanti e ritorni indietro, in modi disarmonici, contraddittori e bruschi. Non è possibile crescere armonicamente in modo uniforme: l’armonia è il risultato di una serie innumerevole di micro-equilibri, che possono essere conquistati solo attraverso innumerevoli squilibri. Squilibri che hanno una mira eccezionale nel cogliere ogni difetto dei genitori, ogni ingiustizia o insensatezza da essi compiuta.

Le loro critiche, sistematiche e puntuali, sono prima di tutto la protesta di ragazzi che si sentono delusi da quelli che erano stati i loro modelli. Ma anche i genitori, ora attaccati costantemente, si sentiranno delusi da chi fino a poco tempo prima li adorava. Non è facile reggere questo grande mutamento relazionale né per i figli, né per i genitori.
Di solito, quando arriva l’adolescenza, i genitori hanno un’età in cui si aspettano di cominciare a stabilizzarsi sul piano delle realizzazioni di sé stessi, nei vari ambiti: professionale, economico, culturale, amoroso, relazionale e sociale. Hanno bisogno di ricevere riconoscimenti della loro riuscita e del loro valore.
Possono molto spesso trovarsi in un periodo di particolare fragilità sul piano del loro senso di sé, che, se non riceve gli adeguati apprezzamenti, può vacillare o persino crollare.
Ed invece diventano bersaglio dei propri figli che dal loro punto di vista, se ascoltati, hanno sicuramente le loro valide ragioni per poter portare avanti una guerra con chi si prende cura di loro. Se è però vero che un adolescente che sta vivendo il proprio normale processo di crescita, è una persona in crisi, è ugualmente vero che è normale che anche i suoi genitori lo siano.

Se i genitori sono preparati a queste evenienze, è più probabile che reggano le onde d’urto interne ed esterne, e che non vengano meno ai loro compiti di genitori, assolutamente indispensabili in questo periodo. È necessario, infatti, che essi continuino a esserci, senza fuggire, senza annullare il loro ruolo con atteggiamenti seduttivi o di sottomissione acritica, senza mettersi a giocare coi propri figli a chi fa più l’adolescente, senza soccombere all’invidia.
Continuare a esserci è la cosa più importante che i genitori hanno da fare, nel rapporto coi figli, durante l’adolescenza. Non rinunciare alle proprie funzioni di genitori, per quanto ingrate possano essere. Non devono fuggire, né annullare il proprio ruolo con atteggiamenti conniventi, seduttivi o negligenti. Ricordando sempre che i nostri figli sono il nostro specchio: tutto quello che saranno nella loro adultità è quello che gli mostriamo di noi stessi e delle nostre relazioni.

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